domenica 12 luglio 2015

...CULTURA SALENTINA..TERRACOTTA E MAIOLICA..


TERRACOTTA, MAIOLICA, CERAMICA, CRETA, ARGILLA, COSA SONO?
Esistono molti termini per indicare la ceramica. Il termine ceramica si usa infatti per indicare un elenco eterogeneo di prodotti, tra cui gresporcellanamaiolica e terracotta, che tra loro hanno in comune solo il materiale utilizzato, ossia l'argilla, detta anche creta (prende il nome dall'isola di Minosse, in cui si dice sia nata la produzione di ceramica) la quale, a seconda della composizione chimica e del territorio d'estrazione, assume caratteristiche diverse. Quindi tutti questi nomi indicano la stessa cosa: terra cotta al fuoco.
In Salento si è sviluppata sin dall'antichità la produzione della terracotta e della ceramica, diffusa in tutto il territorio, ma molto radicata a San Pietro in Lama, Cutrofiano, Grottaglie e Lucugnano. 
E' accertato storicamente che la produzione di ceramiche iniziò nel neolitico. I Messapi furono grandi produttori di manufatti in terracotta e maiolica. La scoperta della lavorazione dell'argilla si deve probabilmente all'incontro di altri popoli provenienti dalla Grecia e dalle zone limitrofe, come i Micenei, ma le tecniche di lavorazione ben presto furono assimilate e personalizzate dai Messapi, tanto che produssero opere uniche in tutto il Mediterraneo, che si conservano tutt'ora nel Museo Sigismondo Castromediano di Lecce
La loro tradizione si è protratta fino ad oggi, soprattutto nelle zone del Salento che corrispondono grosso modo ai centri di influenza messapica: San Pietro in Lama e la zona del Capo di Leuca. 
 Lo dice il nome stesso, è terra, ossia argilla cotta ad elevate temperature (circa 1000 gradi centigradi). Ha questo nome anche perché viene appositamente lasciata “così com'è”. In poche parole dopo la lavorazione la terracotta assume quel colore grigio che si vede in foto, mentre dopo la cottura la terracotta assume un colore più marrone. 
Esistono diversi tipi di argilla a seconda della composizione chimica della terra, ma i vecchi produttori salentini hanno da sempre sviluppato la produzione dell'argilla a pasta porosa, che permette una lavorazione maggiore. Alcuni produttori attuali, tuttavia, sviluppano la produzione della cosiddetta creta bianca (ocaolino), chiamata così per via del colore e della sua estrema leggerezza, tanto da ottenere prodotti utilizzabili nei campi più disparati.
Nella civiltà contadina la terracotta era utilizzata per la produzione di utensili utili al trasporto e alla conservazione dei cibi, come le capase, ossia contenitori di olive, fichi o vino, oppure le pignate, pentole che si usavano prevalentemente per la cucina dei legumi.

TECNICHE DI LAVORAZIONE DELLA CRETA



Esistono sostanzialmente due tecniche di lavorazione della creta: 
Al tornio: la pasta (cioè la terracotta semisolida) viene collocata su un tornio (struttura cilindrica che funziona elettricamente oppure a pedale) e lavorata per ottenere figure geometriche esatte (solitamente tonde o ovali). 
A colombina: è una delle tecniche più antiche. Quando non esisteva il tornio, gli artigiani realizzavano i manufatti stendendo la pasta e ottenendo una sorta di lungo filo di creta. Al ché i fili venivano sovrapposti a mò di spirale e si ottenevano piccoli e grandi manufatti non perfettamente tondi. Questa tecnica è quasi scomparsa con l'avvento del tornio, ma sopravvive ancora in poche botteghe artigiane. 
Nella grande produzione semi-artigianale si usa anche la lavorazione a stampo oppure a pressa, che consente di abbattere i costi e realizzare un gran numero di prodotti in poco tempo.

MAIOLICA


Detta genericamente ceramica, si ottiene dalla cottura ad elevatissime temperature dell'argilla (circa 1000 gradi centigradi) da cui si ricava il manufatto in terracotta e da una seconda cottura, ad una temperatura leggermente inferiore (circa 950 gradi centigradi), da cui si ricava, dopo il processo di smaltatura, la maiolica. 
Presenta numerosi vantaggi: forte resistenza (non può essere scalfita nemmeno da una punta di ferro!) e durata pressoché infinita (alcune maioliche sono giunte intatte fino a noi dal X millennio a.C.).
Con questo particolare processo di lavorazione si ottenevano (e si ottengono tutt'ora) solitamente stoviglie per la cucina, oggetti d'arredamento, ma anche rivestimenti edilizi, in quanto il punto di cottura della maiolica è elevatissimo e dunque è totalmente ignifugo.
Oggi la produzione della maiolica si sviluppa anche sul lato artistico. Vi sono veri e propri artisti in Salento che evolvono le proprie creazioni verso oggetti d'arredamento finemente lavorati, tanto da ottenere forme e disegni che richiamano in qualche modo il miscuglio stilistico dei paesi del Mediterraneo nonché decorati con disegni tradizionali o legati alla fantasia dell'artista.

LE CAMPANELLE



Le campanelle sono oggetti quasi sacri per i salentini. Sono realizzate sia in terracotta che maiolica, grezze o decorate. E' usanza regalarle alle persone più care. Questo perché la leggenda racconta la storia di un povero pastore che aveva perso la sua unica pecora. Dopo averla cercata ovunque, fino allo stremo delle forze, udì in lontananza il leggero tintinnio di una campana, seguì allora la direzione dalla quale proveniva il suono e giunse sul ciglio di un crepaccio dove vi era la sua pecora.
All’improvviso apparve San Michele che, dopo aver salvato la pecora, si tolse dal collo una campanella che regalò al pastorello come portafortuna. Da quel giorno la fortuna del pastorello cambiò e tutti i suoi desideri furono esauditi.
Da allora la campanella divenne il simbolo di portafortuna ed ecco perché, ancora oggi viene donata alle persone alle quali si vuole bene.

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